Neve


E allora neve.
(parola data da O.)

“Quadrato bianco su sfondo bianco” (Malevitch, 1918).

Il rumore bianco.
(Assenza di ritmo. Stop. Ampiezza costante. Stop. Cancellare le tracce. Sic).

Annoto: verifica lista di tutto ciò che di bianco è – raro.
(lista n. 2: luoghi comuni di neve e di ghiaccio. fotografie mie. orsetti. pavimenti. segreti).

Tutto il mondo nascosto. La neve è principio di – onnipotenza.
Neve. Neve. Neve.

(il mio tramonto alle spalle, il mare si spoglia di rosa, mi assale vestito di buio).

“Neve”. Снег. Snjèk. Quasi uno schiaffo stizzito. Sembra un capriccio. Invece va pronunciato – in un sussurro.

(e tutti i nomi per tutta la neve).

“Snjegùrotchka” è la Fanciulla di Neve. L’aiutante di Ded Moroz: la versione azzurra di Babbo Natale. Due pupazzi fastosi che nei giorni di feste scivolano incerti sul ghiaccio ubriaco. Mi ricordo la mia visita al Museo della Vodka. Compro una bottiglia a forma di matrjoshka, la scelgo a lungo, poi dico: ma ha gli occhi storti. La commessa impassibile, sovietica dentro, guardando altrove risponde: “Ovvio. Ha bevuto”.

Il motivo per cui i russi sopravvivono in minigonna e tacchi a spillo, d’inverno.
Perché la neve è un modo di essere.

(La neve è complice. La neve insegna ad amare. La neve insegna a scivolar via. La neve insegna a stare in piedi. A camminare. A scalare. La neve insegna a cadere. La neve insegna che la vita uccide – ed è naturale).

Non è come in montagna, no. In montagna è la montagna che insegna.
Qui è la neve.

Che è strada, è lago, che è fiume aria niente e te stesso.
La neve che è tempo.

(mi ricordo al disgelo: gli amici che dicono “andiamo a fare due passi al fiume, ma stai attenta Margo alle cacche di cane”. Per chi mi prendono penso. Poi l’ho capito. La neve conserva tutto. Stratificato. Quando si scioglie, ritorna tutto – odnovremenno. E l’intera terra diviene un tappeto di metafore esistenziali). Pardon.

La neve che è gioco.
Che è astrazione.

(le palle antistress? In Russia sono di neve. Sfere sintetiche che stringi in mano e fanno il suono della neve fresca. Se non è poesia questa).

E principio etico.
(che semplicemente – è)

La forma di un fiocco di neve.
Frammento di universo in cui si riflette e ripete l’universo intero.

(la dolcezza infantile, di un fiocco di neve).

La neve di notte, che cade improvvisa, e illumina un cielo che credevi perduto per sempre.
(La neve di notte che accende il silenzio).

E poi la neve si scioglie, e disvela l’Eden: il tuo sempre.
In terra, il tuo aldilà.

(non ho lune, della mia Russia, no: se non la luna che illumina il profilo dei baffi d’oro di Behemot. Ma ho questo, sì, e questo per sempre: le cicatrici infinite di piccole lune a ogni loro epifania – dio, cos’è camminare per quei viali, la sera, la notte, la mattina prestissimo, quando improvvisamente inizia a cadere la neve che è come le lacrime che noi umani non abbiamo mai visto.
E il buio, il buio, che diventa il fondale perfetto di un teatro muto. Quella neve che cade è il ritmo e le rime della poesia di ogni dio).

In Russia il sole è una fiamma di neve.
Fiocchi taglienti – diamanti assassini.
Baci che si appoggiano al mondo.

In Russia, la neve è più della neve.
Снег.