Georges Perec (à la)
Tentative d’épuisement d’un lieu moscouvite
Ci sono molte cose in Piazza Pushkin, per esempio: il cine-teatro Pushkin, la sede del quotidiano Izvestija, tre bar che diventano mille, molte finestre che danno su Piazza Pushkin, una volta c’erano dei casinò poi li hanno vietati che ce n’erano ovunque in tutta la Russia, poi ci sono la fermata del metro Puhskinskaja che sottoterra diventa anche metro Tverskàja e metro Cechovskaja, poi ci sono le lesbiche che all’uscita del metro Pushkinskaja si incontrano per tradire il Poeta per andare al monumento di un altro poeta che è Esenin dove ci sono le altre che se non lo sai dici son ragazzini, poi c’è il viale Tsvetnoj che inizia dietro il cine-teatro Pushkin e se vai un po’ più in giù c’è il Circo che solo un moscovita risponde qual è il Circo di Mosca È sul viale Tsvetnoj ti risponde, e poi se attraversi la strada inizia il viale Tverskoj. Poi all’ingresso del metro Pushkinskaja c’erano le file di donne a destra e sinistra che vendevano chi un uovo chi tre gatti chi uno stoccafisso e le mele di casa chi una bottiglia di kvas chi le papucce di lana chi un mazzolino di lillà chi un mazzetto di erbette e ognuno vendeva quello che aveva ma adesso le vecchiette non ci sono in nessun ingresso di nessun metro perché le hanno vietate non perché non ci sono più le hanno vietate in tutta la Russia. Poi davanti al metro Pushkinskaja c’erano gli anni Novanta con le file di chioschi che vendevano assorbenti uno stoccafisso le sigarette la vodka edulcorata un accendino due preservativi dei fiori le figurine di un album che non esisteva un giornale del giorno prima le suole da scarpe il giornale di due giorni dopo i lacci di scarpe altrui. Le solette da scarpe non sempre, perché potevi sempre mettere dentro alle scarpe gli assorbenti che tanto avevano la colla e le ali. Poi le file di chioschi non c’erano più perché le hanno vietate con tutti i loro pezzetti di scotch e la vodka di marche che sono sparite ma che gli anni Novanta ti hanno insegnato a capire: se la vodka è buona quando la scuoti e rovesci la bottiglia le bollicine non fanno l’arcobaleno. Io adesso lo so. Allora non lo sapevo e ho perso un aereo. Poi da piazza Pushkin iniziano tantissime cose – iniziano delle gallerie d’arte lo studio di Stanislavskij un negozio di libri che hanno cercato di incendiare più volte e poi iniziano e finiscono negozi anche belli che poi tanto diventano altro, mentre le gallerie d’arte gli studi teatrali e i libri più gli incendiano e meno bruciano 😉
E poi c’è il monumento a Pushkin, che una volta stava dall’altra parte della strada.
Io è solo in Russia che ho scoperto, che si possono spostare intere case, grattacieli, strade – e intere realtà.
E poi ci sono io. Che aspetto. Ci sono io che aspetto me stessa che non sono lì, adesso.
E allora mi viene la voglia di scrivere tutto quello che in Piazza Pushkin succede quando non succede niente e nemmeno io: se non il tempo, la gente, delle macchine e delle nuvole sopra di me.