Un senso

Penso.

Si può definire un odore – profumo?
(piombo carta petrolio vita)

Il suono non è rumore, guarda le sue oscillazioni. Basterebbe questo per smentire una storia. Il frastuono non può avere, la forma di musica. Quella era musica e basta. Una musica che ha cambiato, la storia – dentro a un terrifico rumore di fondo.

Ma un odore?

Quello dell’aeroporto – già impregnato di neve e di boschi. Del ghiaccio delle piste su cui gli arei atterrano impavidi.
Quello delle strade – che non è solo asfalto, perché è asfalto più il ghiaccio che ha dentro, più il silenzio che lo ha accompagnato, più il fango che lo ha protetto e tutte le vite che sono state infangate.
Quello delle case – ma queste sono già storie singole.
Quello delle scale, di quelle case. (fatto di vodka di fumo di cetrioli di parole di lacrime di sporco di sporco di sporco di sogni di insonnie e ancora parole che sono vita – parole).
Quello della metropolitana. Che quasi fa piangere, sempre. Quasi fosse quello l’odore di casa.

E quello dei libri.

No.
I libri russi non hanno, l’odore dei libri.
Hanno l’odore dei libri russi.
Noi lo sappiamo, si riconosce a occhi chiusi.

(e fuoco, odore di fuoco).

Sogno.

*(parola usata in un laboratorio teatrale di Sara Alzetta)