7 gennaio, l’indomani.
“Chissà”.
Suggestioni in attesa di un blog.
Oggi in Russia è Natale oggi mi faccio un regalo mi regalo un blog.
Me lo regalo così: che lo apro ci scrivo e lo chiudo. Allo stesso momento.
Un blog illogico un blog quantistico. Sintetico alchemico psicanalitico. Odnovremenno è l’avverbio che in russo vuol dire “contemporaneamente”. La sua magia è nel fatto che può avere due accenti, cioè si può dire in due modi. Naturalmente i due accenti diversi, che pure denotano la stessa cosa, la connotano diversamente. Ma di questo non qui.
C’è anche una pièce che si chiama così, di Evgenij Grishkovets, qui non vi racconto chi è, ma è bello il modo in cui inizia, quella pièce. Inizia dicendo che odnovremenno, l’avverbio che in russo vuol dire contemporaneamente, può avere due accenti, cioè si può dire in due modi. Ma non si può dire in due modi contemporaneamente. Una magia piccola, sembrerà a voi. A me sembra infinita.
Non vi racconto qui chi è Grishkovets, ho detto, ha scritto da esordiente un romanzo breve si chiama Rubashka cioè La camicia. In russo c’è una freddura mi viene in mente che dice “i russi sono l’unico popolo che è nato con la camicia e non se l’è ancora tolta”, ma non c’entra niente. Grishkovets ha scritto anche altre cose che qui non ci interessano potrebbe interessarci una cosa invece, che ha a che fare con la traduzione e con il contemporaneamente, ma ci torneremo. Riguarda il modo in cui porta sul palco il suo traduttore, quando va all’estero. Mi faccio una nota che un altro giorno ci ragioniamo su. È una cosa importante, per un traduttore: il contemporaneamente.
Ma qui ho poco tempo tra poco chiude il mio blog.
Però pensavo. Non so mica se ho voglia di togliere dalle mie parole tutta la solitudine di cui sono fatte. Ho paura che se le espongo al rumore poi mi esplodono contro. Non sanno più chi sono. Loro. Io. Ecco, insomma. Appena fatto il blog-in vorrei fare un blog-out. Senza oltraggiare Antonioni. Né Ju. Lotman.
L’ho studiato molto, sì, Ju. Lotman. Lo consiglio a tutti quelli che posso. Andate a vedere chi è. Uno dei suoi pezzi più famosi anche all’estero, in traduzione cioè, parla della semiosfera. “O semiosfere” si chiama l’articolo in russo. О семиосфере. È un complemento di argomento, “o” più prepositivo, ma traslitterato in alfabeto latino sembra un vocativo. Mi è sempre piaciuta questa invocazione al mondo umano delle parole, noi noo-sferatu di zoo- e biosfera. La blogosfera mi fa la paura di una clonazione – specchio-narciso – di troppo loquaci io-loquens. È da fare attenzione.
Non so. Anch’io forse aprirò un blog. Per vedere cosa c’è dentro. Poi lo chiuderò subito.
E mi ci chiuderò dentro anch’io.
E riuscirà a leggermi soltanto chi sa dire odnovremenno con due accenti insieme, musicalmente.
(Lettura forzata: Vl. Jankélévitch, La musica e l’ineffabile. If you konw what I mean).
PS. Natale ortodosso. Imparare a fare gli auguri. (passati). Ancora prima Socel’nik, значение слова (errore nella traslitterazione, sì).
PS. Oggi è il giorno della bandiera (italiana). I russi sono un popolo che non ricorda l’ordine dei propri colori – dice una freddura – Rosso azzurro bianco finisce così. Krasnyj goluboj belyj cioè che fa KGB.
PS. La Casa Bianca assaltata da uno sciamano italiano. La Casa Bianca è in USA la Casa Bianca era in URSS. Verificare: А́вгустовский путч, di chi è il golpe, 1991.
PSSSR. Oggi ho pianto moltissimo. E questi sono fatti miei. Solo che ho pensato che avevo lacrime che parevo krokodil Gena.
Анекдот:
– Отгадай загадку: одновременно зеленый и голубой, – сказал крокодил Гена, нежно поглаживая Чебурашку по щеке.
Tradurre! 😉