“Caccia all’arte russa”!
Era iniziata al Teatro Miela, la caccia: con la presentazione del programma dell’Ottobre rosso, e un evento speciale (a dx la locandina ufficiale dal sito);
aveva marcato due tappe del ciclo Archiletture (in Stazione E.N. Rogers – cfr. [B(L)ACK]);
doveva continuare con una battuta – a inseguire il volume a cura di Olga Strada e Claudia Olivieri (già presentato alla 77a edizione del Festival del Cinema di Venezia):


E poi il mondo ha chiuso di nuovo.
Abbiamo deposto – i desideri.
Ma appena riapre: la caccia riparte!
(bonustrack: © “Solitudine”, da Instagrad)
Prospettiva inversa. Indietro nel tempo. La finestra del sogno.
“Quando? Non ricordo. I viaggi non appartengono a nessun anno”. (M. Cvetaeva)
In un nostro viaggio tra Trieste e Russia – e tra futuro, e immaginazione, e dialogo tra – ci eravamo incontrati, prima, anche qui: al Circolo culturale sloveno “Igo Gruden”, su organizzazione e invenzione dell’artista Fabiola Faidiga. Con un invito e con una sfida. È nato così “Indovina chi viene a cena. Incontro surreale con cibo reale”, ovvero “Umani troppi umani (Aggiungi un posto a tavola)”, happening sperimental-filosofico con lei stessa, Fabiola Faidiga, con Margherita De Michiel e con l’artista Raffaella Budson (sue anche le opere che accompagnavano in scena): una performance originale dove, dalla terra alla luna, il mistero dei commensali viene svelato solo all’ultimo piatto, verbale e non.


Il divertissment, intessuto di poesie e scritti a firma delle suddette complici, si innestava su pagine scelte (variamente s-composte) da una pièce inedita della scrittrice russa Ludmila Ulitskaya. Dedicata alla corrente del cosmismo russo – ЧАУ (Tchau) il suo titolo originale – la pièce, a tutt’oggi inedita (consegnata di persona, in un tardo pomeriggio di Mosca, dall’autrice stessa), veniva qui offerta al pubblico in primo assaggio assoluto in traduzione dal russo di Margherita De Michiel.
[https://casacave.eu]
PS1: Sui cosmisti russi, “visionari della scienza e della tecnica”, la cui utopia “non aveva confini di genialità” (L. U.) – e in particolare su Tsiolkovksij, “il Jules Verne russo”, “il Leonardo da Vinci sovietico” – credo che un giorno vi racconterò qualcosa, qui.
PS2: la “gabbia di libri” di sfondo alle foto è scattata nei sotterranei della Biblioteca di Stato Russa, a Mosca. Di questo un giorno di certo, qui, vi racconterò.
PS3: vi avvertirò di entrambe le cose 😉
K. Tsiolkovskij: “All’inizio c’è sempre un’idea, una fantasia, una fiaba, solo poi vengono i calcoli scientifici”.
K. Tsiolkovskij: “La Terra è la culla della ragione – ma non si può per tutta la vita vivere in culla!”
bonustrack (senza titolo, da Instagrad)
Ancora indietro nel tempo. C’era stato anche questo, un po’ prima. Era stato un “evento”, bachtinianamente: non solo la presentazione di un libro. Un “essere insieme”, so-bytie, con responsabilità.
L’onore delle mie ospiti – di cui non serve presentazione. Si era parlato di letteratura. Si eran lette poesie. Si sono cantate – delle traduzioni. Sic.

C’era stato anche l’ukulele di Michela Piersimoni, in un incontro;
nell’altro – l’onore di avere l’attrice Sara Alzetta con noi.
Un assaggio (e una traduzione),
delle poesie di Irina Kotova,
invece è qui:
“Per una poetica etica.
Una voce d’oggi: Irina Kotova”
https://www.openstarts.units.it/

(bonustrack © “Un senso”, da Instagrad)
Poi, timidamente, avidamente, il mondo si riaffaccia al mondo. Alla ricerca del suo altro perduto.

Venerdì 18 giugno c’è stata questa presentazione, in Stazione Rogers. Di un libro bellissimo che non a caso, mi sembrava e dicevo, ricorda un – mattone. C’era Luciano Semerani, a parlare del libro, e l’editore Mauro Rossi, e poi Samuel Iuri: e c’ero io, Margherita De Michiel, che parlavo “intorno”, a queste “cose accessorie”. C’erano tante cose, che avrei voluto dire – ma le dirò altrove. Lì, ho portato solo un po’ del mio mestiere: di lettore, in primo luogo. Di rilettore, poi. Di riscrittore, infine. Di traduttore cioè. Per questo, a inizio e fine, portavo, a regalo, due pietre – d’incanto. Per un libro in cui c’è molta cura della scrittura, e la ricerca di una sorta di ecologia del pensiero, cioè della parola.
https://www.facebook.com/(per un po’ di foto)
https://www.facebook.com/ (per un po’ di altre foto)
“Chiede la vita all’architetto: (…)
Dammi una casa, dammi un tempio, dammi la pace artistica, dove al riparo dall’ufficio di una banca di un centro commerciali io possa riposare in un mondo – di combinazioni diverse”
(K. Malevitch, Zametka ob architekture, “Nota sull’architettura”, 1924).
DOSTOEVSKY-TRIP
(for a Happy New Year)
A cura di Laura Forcessini, Margherita De Michiel, Sergia Adamo.
(Stazione Rogers, 22 dicembre, 2021)
In conclusione (in prospettiva inversa: a inizio?) del bicentenario dalla nascita di F.M. Dostoevskij, MARGHERITA DE MICHIEL, docente di Lingua e Letteratura Russa presso la SSLMIT IUSLIT dell’Università di Trieste, e SERGIA ADAMO, docente di Letterature comparate e Teoria della letteratura presso il DISU dello stesso Ateneo, propongono assieme a un gruppo di rispettivi studenti dei viaggi possibili dentro l’universo del grande scrittore: originali inviti alla (ri)lettura di un classico dalla sempre rinnovata, inesauribile, modernità.
In apertura il gruppo “KRD” della IUSLIT SSLMIT propone letture dalla pièce di Vl. Sorokin “Dostoevsky-trip”. Vladimir Sorokin, considerato da molti un “classico vivente, è uno degli autori più prolifici (nonché discussi e controversi) della scena russa contemporanea. Dostoevsky-trip è una pièce del 1997, mai pubblicata in lingua straniera. Il gruppo SSLMIT offre in anteprima estratti della traduzione in italiano approntata per l’occasione. Ammonisce KRD: “L’assunzione di F.M.D. può avere effetti indesiderati anche gravi: un viaggio allucinogeno attraverso la lettura di Dostoevskij non può che finire negli angoli più profondi dell’anima”. Sì. “Dostoevskij” è una droga che ti fa dire la verità.
Il viaggio continua poi, guidato dal gruppo DISU – Letterature comparate, verso le regioni più remote, dove la scrittura di Dostoesvkij ha continuato a produrre altre scritture, passando per l’URSS e l’Italia, per arrivare fino al Sudafrica e all’Afghanistan e diventare un punto di riferimento per raccontare momenti cruciali di storie personali e collettive.
A seguire si aprono i microfoni per chiunque desideri leggere il “suo” Dostoevskij: una (rigorosa) pagina a testa, a condividere
voci e invenzioni.
Perché si sa: Мир спасет красота. Se il mondo sarà salvato, sarà salvato dalla bellezza.
PER IL VIDEO DELL’EVENTO CLICCA SU DOSTOEVSKIJ. Seguici fino alla fine del trip!
Россия – это страна с непредсказуемым прошлым (цит.)
“La Russia è un Paese dal passato imprevedibile” (cit.)
Scultura ideale: “Incontro di due sculture”, L. Sokolov (“Lenin e Giacometti”), 1989