Essere o non essere a Mosca, a Mosca!

Amletico Cechov, inganno di due citazioni, l’anelito fuso in stato in luogo. Io non sono a Mosca ma ci sarò per un incontro virtuale, a Mosca vorrei andare ma non si può, non posso, il mondo non è un girotondo è cascato per terra. Terra, sei azzurra, sei oro, sei sole. Mi manchi.

Questo non-luogo sembra il mercatino di Izmajlovo mi è stato detto, sembra un baule in soffitta, un baule Vuitton però mi è stato detto – come quello che si inghiottì la Piazza Rossa a fine 2013, simil-mausoleo modello Champs Elisées. Villaggio Potemkin della mia anima.

Domani alla Biblioteca delle Letterature Straniere “Rudomino” incontro Ludmila Ulitskaya, lei è a Berlino io sono qui noi ci incontriamo lì (cfr. NEWS! НОВОСТИ из Мирсконца). Lei leggerà la sua scrittura io… anche. Leggerò la sua lingua nella mia lingua. Follia. La traduzione è follia. “Teoria della menzogna” diceva Eco. Parlava di semiotica lui, ma la menzogna ha vari volti tutte le nostre lingue, жить не по лжи diceva Solzhenitsyn, non bisogna vivere secondo menzogna ma come si fa chiedetelo al mondo – che è lì che gira insieme alle arti, il girotondo delle muse lo chiamava Lotman, non confondiamo menzogna e bugie. Io leggerò la lingua di Ulitskaya nella mia lingua, con la mia lingua, dentro alla mia lingua: e per quanto impossibile ci sarà, in tutto questo, tanta, stupefacente, bellezza.

Venite anche voi, che sarete ovunque, raggiungiamoci lì. A metà di quel ponte, da dove si vede tutta l’umanità.

(In copertina: “Premessa”, Izmajlovskij Park, forse 1994, non più, per sempre, URSS).

PS: cfr. PS.

Soundtracks:
Mosca Addio (E. Morricone, 1987)
Moskva (L. Desjatnikov, 2000)