13 dicembre

Così.

Ieri ho guardato il film “L’incredibile storia dell’isola delle rose” (2020). Bello, non bello, non importa. Poteva essere meno vacanziero, con lo stesso estro, avere più spessore: ma non importa. Perché la storia che racconta è vera, e questo importa. Una storia nostra/non nostra, italiana/internazionale, una storia di speranze e di esperanto. Una storia di libertà.

Il 1968, il 1 maggio, l’immaginazione al potere: uno stato indipendente, in acque internazionali, davanti a Rimini. Una storia talmente perfetta da sembrare finta. Un po’ mi infastidisce la ristampa di Walter Veltroni, del suo romanzo del 2013. Il suo “altro 68”, leggo in presentazione, “in cui l’ingenuità è un valore in aperta opposizione al potere”. Non lo leggerò, credo. Voglio tenermi l’illusione che, da politico, vi affronti quello che ritengo essere il centro esatto della questione: qui affrontato in un dialogo veloce quanto teso, al telefono, tra il Simone Rosa protagonista dell’avventura e il primo ministro del governo dimissionario di Giovanni Leone. Si accenna, senza nominarla, alla Costituzione. Alle ore passate per polire quelle “frasette” che, nel loro insieme, non solo sanciscono, ma garantiscono e tutelano, la libertà.

Ecco. Io insegno, in università: e il fallimento di quella potente utopia mi è arrivata con un’onda d’urto inesorabile e schiacciante. Ma la libertà non è un sogno. “Libertà è scelta”, dice il grande Ju. M. Lotman, semiologo e letterato ma prima e oltre tutto grande pensatore. E aggiunge: “Ma c’è un’altra parola. Responsabilità”. 

La libertà si costruisce. Con la stessa caparbietà con cui si brevettano tubi cavi che reggono una piattaforma di 400 metri al largo di 6 miglia + 500 metri: si devono poi costruire le regole per garantire la libertà, su quei 20 per 20 di fantasia realizzata. Che poi la Storia abbia imparato da quella lezione – spostando il limite delle acque internazionali a 12 miglia: è altra storia. O forse è la stessa. E io vorrei un 1968 in cui non avere tre anni.

Lettura consigliata: V. Aksenov, L’isola di Crimea, Milano, Mondadori, 1988.